BIO
Nata e cresciuta nell’affollamento alienante della metropoli di Budapest, Monika vive con la madre un’infanzia solitaria, rafforzando un carattere schivo, emotivo, ed orientato all’introspezione.
Crescendo, Monika cerca sin da subito nei canali dell’arte e del ballo una modalità espressiva alternativa: dall’età di sei anni pratica danza, segue lezioni di canto e recitazione, e si diploma al Liceo Artistico con una specializzazione in Storia dell’Arte e Danza Moderna.
Nel suo percorso di studi Monika si impadronisce progressivamente delle tecniche non riuscendo, però, a sentirsi mai completamente espressa; né compresa.
All’età di 18 anni lascia il paese natale e si trasferisce in Italia: qui si dedica alla famiglia, trascorrendo una vita tranquilla e riservata in compagnia di pochi amici intimi.
Nonostante la serenità dentro le mura domestiche riesca finalmente a colmare i vuoti affettivi dell’infanzia, Monika continua nutrire dentro di sé il desiderio di riuscire a trovare un modo per tradurre in elementi tangibili le forme sensibili del suo articolato, sofisticato, a tratti addirittura inaccessibile a sé stessa, complicato mondo interiore.
Sono gli anni dello studio e dell’osservazione da dietro le quinte del mondo dell’arte contemporanea: “ho iniziato ad apprezzare sempre di più l’arte astratta, quella che per molti resta incomprensibile, ma proprio per questo io la trovo interessante…”.
Accantonato l’iniziale interesse per la scultura e il figurativo, Monika si abbandona allora alla magia dell’arte di concretizzare visioni; sensazioni astratte da imprimere sulla tela. Dedicandosi allo studio del pensiero dei grandi visionari tradotto in arte e con la vicinanza costante al talento, cresce la padronanza delle tecniche, la definizione e la sicurezza espressiva di Monika.
È giunto il tempo della ribalta: della ragazza schiva e inespressa, timida ed introversa, ora non resta che un segno sulla tela; una dolce bugia; un muro sbrecciato eretto a difesa dell’anima.